Alla scoperta delle trincee del Monte Brusone (Gaggio di Cavedine)

Sulle tracce della Grande Guerra

Siamo partiti da scuola alle 8:20, per fare un’uscita sul Monte Gaggio. Dopo una lunga camminata siamo arrivati al punto di ritrovo con la nostra guida, Walter Cattoni, che ci avrebbe portati alla scoperta delle tracce della Grande Guerra nel nostro territorio…

All’inizio ci ha fatto vedere una cartina sulla quale erano illustrati chiaramente gli schieramenti e il fronte su cui si combatteva. 

Dopo qualche minuto di passeggiata in mezzo ai boschi abbiamo raggiunto la prima tappa: una postazione di tiro per la contraerea.

Era composta da ben tre “cerchi”, che servivano a montarci i cannoni, i quali potevano essere di diverso tipo; i più diffusi in queste zone erano quelli “da fanteria” e “da campagna”, ovvero quelli che per caratteristiche di funzionamento erano considerati i più adatti per essere utilizzati in ambienti montani. Una curiosità: i raggi sporgenti che compongono una delle circonferenze, come detto dalla guida, servivano in caso di pioggia e fango per spingere con le gambe il cannone e girarlo su se stesso e prendere la mira. Pochi metri sopra c’era un piccolo rilievo che aveva un’altra piazzola, questa volta per cannoni più piccoli, ma sempre a forma di cerchio e con una raggiera. Un altro metodo per abbattere gli aerei era quello di usare i fucili direttamente dalle trincee, che successivamente siamo andati a vedere. Esse oggi ci appaiono come dei semplici fossati scavati nel terreno, ma quando sono state realizzate dovevano prevedere anche una copertura, che, secondo la nostra guida, doveva avere lo scopo di proteggere i soldati dalle intemperie e dalle eventuali schegge.

Sono state fatte anche delle riflessioni sul ruolo che il Trentino ha avuto nella storia, come territorio di frontiera-cerniera. Esso ha sempre rappresentato una specie di barriera naturale contro i numerosi tentativi di penetrazione militare avvenuti nel corso del tempo ed è quindi sempre stato importante presidiarlo e proteggerlo con attenzione.

Una particolarità della Valle di Cavedine è che non è mai stata né invasa né bombardata e, quindi, la sua popolazione non è mai stata evacuata. Proprio per questo, su un piccolo rilievo ai piedi del Monte Gaggio si trova un piccolo santuario (che l’anno prossimo “festeggerà” cento anni), definito ex-voto, ovvero una sorta di ringraziamento spontaneo da parte della popolazione locale alla Santa Vergine Maria a seguito della grande paura per lo “sfollamento” degli abitanti di Drena.

La passeggiata si è conclusa con una brevissima visita a un piccolo edificio allestito con immagini e informazioni riguardanti gli abitanti del luogo partiti per il fronte. E’ anche presente una lista di nomi in ricordo dei caduti in guerra.

Un ringraziamento particolare va alla nostra guida, Walter Cattoni, per il tempo che ci ha dedicato e la passione che ci ha trasmesso.

A nome delle Classi Terze del Plesso di Cavedine

Emma e Jacopo, giornalisti della Classe 3C