Orti didattici dal sapore droato

Un progetto di grande respiro quello coordinato quest’anno dal prof. Celentano e dalla sua troupe di agresti “in erba”, dedicato alla realizzazione di spazi verdi e coltivati nelle aree esterne della scuola secondaria di Dro. 

Coltivare a scuola è un modo per imparare: imparare a conoscere il proprio territorio, il funzionamento di una comunità, l’importanza dei beni collettivi e dei saperi altrui. Ma è anche un modo per sviluppare la manualità e il rapporto reale e pratico con gli elementi naturali e ambientali, “prendersi cura di”, imparare ad aspettare, cogliere il concetto di diversità, lavorare in gruppo. La strutturazione di un orto scolastico rappresenta uno strumento di educazione ecologica potente e multiforme capace di riconnettere gli alunni con le origini del cibo e della vita. Costruire strutture permanenti, come appunto un orto, richiede un impegno costante e capacità progettuali/esecutive prolungate nel tempo. Le attività prevedono il coinvolgimento di tutte le dimensioni per sollecitare esperienze di apprendimento, di riuscita di tutti i soggetti coinvolti, anche grazie alla collaborazione, alla valorizzazione di quelle capacità che all’interno della classe fanno fatica a connotarsi come tali. 

Il progetto di Orto Didattico, supportato dalla PAT e parzialmente dal comune di Dro, ha avuto inizio a settembre con la creazione, da parte degli alunni di seconda, di 6 cassoni in legno da collocare nella parte nord del cortile scolastico, luogo contraddistinto dalla presenza massiccia di asfalto e cemento e dalla pressoché totale assenza di spazi verdi. In questo senso si è voluto riqualificare anche da un punto di vista urbanistico ed estetico-funzionale uno spazio della scuola trascurato e poco utilizzato, se non durante la ricreazione. Nel trimestre invernale le classi prime sono invece state coinvolte nella creazione di semenzai all’interno della scuola, in correlazione anche al programma di scienze svolto in classe, al fine di produrre da seme le verdure da trapiantare in primavera. Intanto altre classi davano il loro contributo alla creazione dello spazio destinato ad accogliere l’orto vero e proprio nelle altre aiuole della scuola, preparando il terreno con un paziente e tenace lavoro di zappa, vanga e rastrello, costruendo anche sponde in legno, camminamenti e recinzioni laddove necessario. Infine, grazie anche al contributo ed all’intervento teorico e pratico di un agroecologo esterno che ha affiancato sapientemente gli studenti, si è proceduto nelle scorse settimane al trapianto dei semenzai, e successivamente si proseguirà con la posa di un impianto di irrigazione automatico a goccia per salvaguardare il consumo di acqua. Da sottolineare anche la piantumazione di ben 50 piante di lavanda che serviranno a creare prodotti profumati da vendere, come anche gli altri prodotti dell’orto, attraverso la cooperativa scolastica gestita dagli alunni.

Ma non finisce qua: già a partire dal prossimo anno scolastico si procederà anche alla realizzazione di una Food Forest in un grande spazio incolto ad ovest della scuola: si tratterà di creare uno spazio verde caratterizzato dalla consociazione sapiente di varie specie arboree, arbustive e orticole, che creerà una sinergia virtuosa tra le varie specie. 

“Questo è il bello dell’orto, la sua continua mutevolezza e diversità. 

E se anche non siete particolarmente inclini alla contemplazione, l’orto presenta un altro grande valore: 

una funzione didattica straordinaria per comprendere il funzionamento della vita sul pianeta Terra” 

Luca Mercalli