Effetti dei principi attivi delle droghe sul sistema nervoso centrale

La lezione laboratoriale collocata nell’ambito dell’educazione civica e alla cittadinanza tenutasi questa mattina ha previsto una ricostruzione scientifica degli effetti di alcuni principi attivi delle cosiddette “droghe d’abuso” sul sistema nervoso centrale.

Obiettivo è stato quello di maturare consapevolezza sulle dipendenze e sugli effetti, a breve e lungo termine, delle droghe che si stanno diffondendo pericolosamente anche tra i ragazzi più giovani come ancora di salvataggio a cui aggrapparsi nei momenti più difficili dettati dai normali disagi legati all’adolescenza. 

Siamo partiti dalla definizione presentata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per sottolineare le differenze tra i termini “droga” e “principio attivo” spesso usati, impropriamente, come sinonimi.

La lezione è stata incentrata sulla classificazione delle droghe e dei suoi principi attivi suddividendole in psicostimolanti, deprimenti e allucinogeni, evidenziando la loro capacità di alterare lo stato di percezione e il fisiologico funzionamento del Sistema Nervoso Centrale (SNC) dell’uomo.

Un particolare accento è stato posto anche alla piante da cui si ricavano determinati principi attivi come ad esempio l’Erythroxylon coca, la pianta (droga) da cui viene estratto il principio attivo (cocaina). Dopo aver chiarito la correlazione droga-principio attivo viene posto l’accento su quale parte della pianta contiene il principio attivo e in quale periodo dell’anno produce la massima quantità di principio attivo, il cosiddetto “Tempo balsamico”. 

Una profonda riflessione è stata fatta su come tali sostanze agiscono sul cervello sfruttando il complicato meccanismo del piacere, che regola attività come il cibarsi. Le droghe di cui abbiamo parlato, riescono infatti a sostituirsi ad alcune sostanze chimiche prodotte normalmente dal nostro organismo, le cosiddette sostanze (o droghe) endogene, indispensabili per regolare meccanismi di sopravvivenza come l’alimentazione o la riproduzione. In un cervello sano, la percezione dell’oggetto del desiderio, e poco importa che sia il profumo di pizza o la vista di un qualcosa che ci piace e ci dà benessere, attiva una sequenza ben precisa, regolata appunto da sostanze endogene.

Le droghe esogene, ossia quelle introdotte artificialmente nell’organismo, bloccano questo processo: il piacere derivante dal loro consumo è così tanto più intenso rispetto a quello prodotto dall’azione normale da rendere quest’ultima trascurabile. Gli stimoli fisiologici come la fame o la sete non vengono insomma più recepiti e l’unico desiderio è per la droga (tossicodipendenza).

 

La lezione, dunque, è proseguita definendo i concetti di “dipendenza fisica”, “tolleranza”, “astinenza” e “dipendenza psicologica (craving)” per generare conoscenza e consapevolezza delle conseguenze e dei comportamenti incontrollati che derivano dalla loro assunzione.

Ne segue un attivo confronto sulle relazioni cause-effetto che derivano dall’assunzione di queste sostanze e la ricaduta sul nostro organismo. 

 

La presente lezione, utilizzata come parte di laboratorio, è stata inserita  nell’ambito dell’ECC come momento di approfondimento sul sistema nervoso centrale, per trattare una tematica molto attuale al fine di responsabilizzare e rendere consapevoli i ragazzi che si sono dimostrati molto interessati e hanno interagito in maniera attiva ponendo domande pertinenti che hanno fornito interessanti spunti di riflessione.

Classe 3B SSPG  Madruzzo di Cavedine Prof.ssa Federica Penza e Prof. Americo Tomeo