Percorsi di laboratorio

La realtà della scuola primaria di Sarche è particolare in quanto dà la possibilità di incontrare diverse culture ed etnie del mondo. Il plesso è frequentato da alunni non italofoni di seconda generazione, provenienti da Polonia, Albania, Macedonia, Moldavia, Romania, Pakistan, India, Cina, Marocco, Tunisia e Senegal.

Da alcuni anni sono attivi dei laboratori di L2; gli insegnanti strutturano delle azioni didattiche per migliorare e ampliare il lessico basandosi sugli interessi e le esperienze dei bambini.

Quest’anno le regole imposte dalla situazione epidemiologica hanno vincolato l’organizzazione del laboratorio di L2 che si è svolto per la seconda e la terza con l’intera classe e per la quarta e la quinta in piccoli gruppi.

Gli argomenti proposti nei laboratori sono stati i seguenti:

nella classe seconda la costruzione di un grande libro dal titolo “I cuccioli salvabosco” (una storia di Coronavirus). 

In classe terza “La montagna ad arte”, un arricchimento del lessico relativo all’ambiente in cui si vive attraverso l’espressione artistica.

La classe quarta si è soffermata sulla parola valigia, significato simbolico di partenza verso il futuro, ma anche di arrivo. La valigia di ogni bambino contiene il suo vissuto e le sue esperienze. Si è analizzato il viaggio che ha fatto questo oggetto, scrigno di impressioni, timori ma anche di nuovi orizzonti.

Gli alunni della classe quinta hanno viaggiato simbolicamente nei diversi Continenti del Mondo e hanno approfondito alcuni aspetti linguistici, storici, artistici dei luoghi visitati. Come mezzo di trasporto hanno utilizzato un castello che hanno realizzato dopo la visione del film “Il castello errante di Howl” del regista Hayao Miayzaki.

La forma laboratoriale del percorso, il conseguente setting d’aula che ha abolito cattedra e banco, oltre al protagonismo di ciascuno e di tutti ha attivato nei bambini anche un profondo e reale interesse che ha garantito una partecipazione naturale.

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuove Terre, ma nell’avere nuovi occhi.” Marcel Proust. 

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Gli insegnanti