Ciaspolada sul monte Bondone

Arrivati a destinazione abbiamo trovato Gino Malfer, simpatica guida alpina del parco delle “Tre Cime del Bondone” dove abbiamo fatto l’escursione. Gino, dopo averci consegnato le ciaspole, che dopo mille tentativi siamo riusciti a mettere, ci ha illustrato il percorso che saremo andati a fare. Vedendolo dal parcheggio in cui ci trovavamo sembrava sì una notevole distanza ma non eccessiva. Infatti subito dopo la partenza il nostro gruppone si era trasformato in una lunghissima fila composta da piccoli gruppetti, visto che pochi riuscivano a tenere il ritmo dell’instancabile guida e di alcuni compagni; ognuno ha dovuto trovare la propria velocità! Nonostante il freddo che la neve emanava e le basse temperature sudavamo e faticavamo tantissimo, anche grazie al sole splendente che ha illuminato quella magnifica giornata. Pur facendo numerose tappe (sia per il bisogno di noi escursionisti sia quelle che Gino aveva predisposto per spiegarci i pericoli della montagna, le valanghe, il corretto comportamento, ecc.) siamo finalmente arrivati in cima. 

Fradici e infreddoliti dal sudore e da tutta la neve che ci siamo lanciati o che abbiamo “imbarcato” con cadute più o meno accidentali ci siamo “accampati” e abbiamo gustato il nostro pranzo al sacco. Subito dopo i compagni meno stanchi (o semplicemente più attivi e volenterosi!) hanno imbracciato le pale che Gino aveva dato alla partenza ad alcuni di noi e si sono messi ad allargare una buca utile per salvarsi dalle valanghe. Nel frattempo altri si sono messi a giocare a palle di neve, oppure a rotolare giù per i pendii che ci circondavano. Intanto i nostri “scavatori” hanno cambiato progetto e sono riusciti a far comunicare il buco già esistente da quello creato da loro. 

Ciascuno di noi, prof. compresi, l’ha attraversato ed è stato proprio uno spasso. Terminata la pausa Gino ci ha condotti in un punto magnifico dal quale si godeva una vista mozzafiato.  Da lì ci ha mostrato e indicato tutti i nomi delle montagne e degli elementi che potevamo notare. In linea d’aria eravamo proprio allineati a Sarche. Terminata anche la parte didattico-geografica di questo incontro ci siamo incamminati per il ritorno alle “Viote”. Tutta la fatica che prima avevamo fatto per fare quella salita molto inclinata ora avremmo dovuto farla in discesa e sarebbe stato altrettanto difficile. Vedendo i primi della fila scivolare e ritrovarsi a terra “ogni tre per due” quelli delle retrovie e gli  insegnanti si sono seduti e….. hanno fatto una ventina di metri scivolando proprio come sullo scivolo!!! Chi scendeva a trenino, chi singolarmente e chi mettendosi la pala sotto il sedere! Quello stratagemma ideato per scendere è diventato in realtà il nostro passatempo preferito. Infatti, quando entravamo nelle “vallette” salivamo sui pendii e scivolavamo giù nei più svariati modi: di pancia, di schiena, rotolando… Inutile dire che, pur di avere questo divertimento, alcuni si facevano molta strada in più nonostante il mal di piedi. 

Quando ci siamo resi conto che avevamo raggiunto il punto in cui prima avevamo fatto la merenda le nostre reazioni sono state tutte differenti: chi festeggiava perchè non mancava molto, chi era triste per questo, chi si disperava perché si ricordava tutta la fatica che aveva fatto a raggiungere quel luogo. Dopo poco siamo arrivati nuovamente al parcheggio e, dopo aver ringraziato la nostra fantastica guida per la magnifica escursione che ci ha fatto vivere, siamo saliti sul pullman, “crollando” nei sedili felici che tutto si fosse concluso. Ripensandoci ora però mi accorgo che abbiamo fatto questo sbaglio. In realtà ci siamo divertiti veramente tantissimo e la fatica che abbiamo fatto è stata ripagata dai sorrisi dei compagni che ci incitavano a proseguire quando non ce la facevamo più, da quelli che erano arrivati per primi e a pochi metri dall’arrivo applaudivano ed esultavano per gli altri, dal panorama e da quel sole caldo che ci avvolgeva. Credo sia stata proprio una fortuna poter fare questa “gita”, sia da un punto di vista naturalistico e salutare (l’aria di montagna dicono faccia molto bene, così come il contatto con la natura!) sia da un punto di vista sociale, visto che una giornata così piena di svago e di divertimento tutti insieme non l’avevamo ancora vissuta e non credo ci capiterà tanto presto. Inoltre, durante il cammino, i gruppetti si sono formati anche secondo il ritmo di ognuno e quindi eravamo mescolati in modo diverso dai soliti gruppetti e questo ci ha permesso di conoscere meglio persone poco “note”, di socializzare con quelle che non conoscevano per niente, di chiacchierare e confidare segreti a quelle che conosciamo da sempre.

Di questo però dobbiamo proprio ringraziare i professori visto che senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile…. Quindi, con la speranza di poter fare un’altra esperienza simile, GRAZIE DI CUORE!

Scritto da Noemi B. giornalista della classe 2B SSIG Dro