Dalle mucche ai formaggi: sarà questa la Via Lattea?

Venerdì 28 aprile noi della classe 1^B delle SSPG di Vezzano abbiamo assistito alla presentazione del progetto “Dalle Mucche ai formaggi”, durante la quale abbiamo scoperto il legame che esiste tra il nostro territorio e la produzione dei formaggi. Per prima cosa l’esperta Stefania De Carli, che ha condotto l’attività a scuola, ci ha fatto riflettere sul problema dell’abbandono delle coltivazioni agricole in montagna. Infatti in passato l’uomo con la sistemazione in “terrazzamenti” del terreno agricolo, operata grazie alla costruzione di muri a secco, contribuiva alla cura del paesaggio montano. 

L’esperta ci ha poi spiegato che per preservare la bellezza del nostro territorio c’è bisogno anche degli animali, soprattutto dei ruminanti come mucche, capre e pecore. Questi animali si trovano al pascolo sui monti solo d’estate, perché in inverno sarebbe troppo freddo. 

Il trasporto del bestiame dalla stalla alla montagna si chiama “monticazione”; il periodo che trascorrono i bovini ad alta quota ha il nome di “alpeggio”. Dove ogni allevatore si appoggia ad una malga che è composta, la maggior parte delle volte, da un edificio per lui e una stalla per custodire gli animali. Mentre il ritorno in valle si chiama “demonticazione”. 

Le mucche al pascolo godono di un particolare benessere e di un’alimentazione naturale che gli consentono di produrre un latte di elevata qualità! 

Il latte, bisogna sapere, che è composto da acqua, grassi, zuccheri, proteine e sali minerali; per questo motivo è considerato per gli uomini un alimento completo, perché ricco di molti importanti nutrienti. Esso, in commercio, si può trovare fresco-pastorizzato o a lunga conservazione (UHT), quest’ultimo viene trattato a un’altissima temperatura per pochi secondi. 

Dopo aver scoperto tutto questo abbiamo fatto una degustazione di due formaggi: la Boscatella del Trentino e la Spressa delle Giudicarie. 

Questa attività è stata molto interessante perché abbiamo scoperto l’origine di alcuni prodotti che mangiamo quotidianamente e che possiamo definire veramente “a km 0” perché prodotti nel nostro territorio. 

Scritto da Daniela e Luciana